Un viaggio da sola in giro per il mondo, con lo zaino in spalla e una telecamera sottobraccio. E un blog per raccogliere e dare forma ai pensieri, alle emozioni, agli incontri, agli scossoni (più o meno lievi) interiori ed esteriori che segneranno l’esperienza.
E’ il progetto di Lucia Stano, autrice del blog Un anno a testa in giù, pronta a contraddire il detto secondo cui “Le ragazze per bene non dovrebbero andare in giro da sole”; lei lo farà, eccome, per un anno intero, vagabondando tra Sud-Est Asiatico, Africa Meridionale e America Latina, alla ricerca di nuovi schemi e sguardi e per conoscere e capire come vivono le donne nel mondo. Oggi vi raccontiamo la sua storia e come si prepara alla partenza. Forse, le sue parole faranno accendere anche in voi i motori del cambiamento…
Laura: Ciao Lucia. Raccontaci un po’ di te: chi sei, cosa fai…
Eccomi. Ho 33 anni, filmmaker indipendente, per lavoro, e stanca della vita come ce la raccontano, per scelta.
Laura: Parlaci del tuo progetto: in cosa consiste?
Sono nella fase della vita in cui a tutti più o meno capita di guardarsi indietro e tirare le somme. Io mi sono guardata indietro e mi sono accorta che la fretta con cui viviamo, l’urgenza con cui respiriamo, ci sono imposte da uno schema occidentale di vivere, ma non ci appartengono. Io allora cambio schema! E per poter scegliere ho deciso di andare in giro per il mondo a cercare quello che mi appartiene di più. Un anno in solitaria in viaggio per quei paesi in cui le vite hanno regole diverse, priorità diverse, sguardi diversi da quelli che incontriamo nel mondo occidentale: Sud-Est Asiatico, America Latina e Africa.
Laura: “Alla ricerca dei mille modi di vivere possibili per una donna”: è questo l’obiettivo del tuo lungo viaggio?
Voglio imparare da quelle donne che non hanno mai usato un computer, che non passano la notte a chattare e che non twittano mentre sono all’aperitivo con le amiche. Voglio imparare da quelle donne nate in luoghi in cui il capitalismo ha fatto meno vittime, e anche da quelle donne occidentali che incontrerò sulla mia strada che mi racconteranno di come abbiano rinunciato a tutto per reinventare la loro vita altrove.
Laura: Mi è piaciuta molto una frase che scrivi sul tuo blog: “partire da soli non vuol dire viaggiare da soli”. Tu hai mai viaggiato da sola o è la prima volta? Quali sono a tuo parere le difficoltà che incontra una viaggiatrice e quali sono invece le possibilità che si aprono partendo sola?
Il viaggio in solitudine è uno stato di completa apertura all’esterno. Gli stimoli arrivano senza filtri e lo sguardo si fa consapevole. Amo molto la solitudine, pur amando la compagnia e l’incontro con persone nuove, e sono sicura che di persone ne incontrerò molte. Prima di questo progetto ho viaggiato da sola solo in qualche capitale europea, ma viaggiare in luoghi più “difficili” sarà molto interessante, anche a livello personale. Per un uomo il viaggio in solitaria è sicuramente più semplice, ma non sarà un mondo maschilista a spaventarmi e a convincermi che il mio ruolo sia tra le mura domestiche.
Laura: Qual è la frase che ti sei sentita ripetere più spesso da quando hai annunciato a parenti e amici di voler partire?
Lo sconcerto è sempre legato al mio essere donna, quindi difficilmente immaginabile in giro per il mondo senza un operatore turistico al mio fianco. Ma questo è un problema degli italiani dove il maschilismo imperante ci fa credere che sentire suonare un clacson mentre camminiamo in strada, con relativo commento volgare, sia normale.
Laura: Le tre cose (lo so, è difficile dirne solo tre, ma diciamo le più importanti) che cerchi in un viaggio
Vorrei mettere in discussione le mie certezze e trovarne di nuove più salde. Vorrei riempirmi gli occhi di colori dopo il grigiore degli ultimi anni passati a Milano. Vorrei essere stupita delle persone che incontro.
Laura: Quali sono gli oggetti che non possono mai mancare nel tuo zaino?
Una bussola, chissà che io non mi perda in una giungla. Forse dovrei prima imparare ad usarla, però.
Laura: Quali sono invece quelli che lasci a casa volentieri?
A casa lascio l’agenda. Non credo di averne bisogno.
Laura: Per finire, vogliamo farti il nostro in bocca al lupo per questa fantastica avventura e chiederti se c’è una frase/parola/citazione che rispecchia lo stato d’animo con cui intraprendi questo viaggio.
Crepi il lupo, e la parola che mi corteggia molto in questi preparativi alla partenza è “downshifting”. Mi sento un po’ una downshifter. Semplifico per vivere meglio. Speriamo.