“Dichiariamo il mondo la nostra tela” è il motto di Street Art Utopia, un bellissimo sito web che raccoglie le più interessanti, intelligenti, divertenti, dissacranti, intense, commoventi opere di Street Art in giro per il globo. Difficile etichettare questa forma d’arte (espressione artistica che prende forma negli spazi pubblici, potremmo definirla con approssimazione), forse la più emblematica e controversa di questi anni. Meglio forse limitarsi ad emozionarsi davanti al genio di artisti che hanno scelto di far germogliare un’idea dal grigio del cemento.
Così una strada di Dhaka, in Bangladesh, diventa un lungo cammino colorato, dipinto da più di 200 artisti per festeggiare il “Bengali New Year”…o i gradini di una scala a Valparaíso, in Cile, si trasformano nei tasti di un pianoforte che diffonde note di ottimismo.
Quegli stessi palazzi che diventano il foglio su cui rappresentare la propria arte si stanno mangiando gli alberi delle nostre città; come succede a Belgrado, in Serbia, sembra dirci l’artista Blu.
A volte, camminando per la strada, tenere gli occhi bassi o osservare i particolari può riservare piacevoli sorprese e strappare un sorriso che basta a rendere migliore una giornata qualsiasi.
Frammenti di vita che non c’è più vengono fissati per sempre su di un freddo muro. Come in questo caso: il 5 novembre del 2010, l’eruzione del vulcano Mount Merapi ha distrutto il villaggio di Yogyakarta, in Indonesia. I dipinti sulle rovine di molte case sono echi struggenti della vita prima della catastrofe.
Concludiamo con una frase che ci piace molto, fissata sulla parete di un passaggio pedonale vicino alla stazione della metro Elephant & Castle a Londra. Il mondo, senza arte, perderebbe di senso…
x
Vi è capitato di vedere una di queste manifestazioni artistiche per la strada e di rimanere (piacevolmente o no) sorpresi?