Carnevale è alle porte e con esso quella irrefrenabile voglia di travestirsi, di indossare per qualche scanzonata ora i panni di qualcun altro, di diventare a tutti gli effetti qualcun altro: personaggi dello spettacolo, grandi della storia, cartoni animati… A simboleggiare questa trasformazione vi è la maschera, utilizzata sin da tempi remoti per rituali religiosi, rappresentazioni teatrali e feste popolari. Oggi scopriremo insieme agli amici del blog OriginalITALY il significato delle maschere tradizionali.
Arlecchino è una delle due maschere di Bergamo; rappresenta un personaggio scansafatiche, dal carattere leggero, ma dotato di grande astuzia. Il suo vestito è fatto di pezze colorate, pantaloni larghi, cappello a pennacchio con coda di coniglio e maschera nera sugli occhi.
Il dottor Balanzone, maschera bolognese, è il simbolo della giustizia e il suo nome deriva proprio dalla “balanza”, ovvero la bilancia simbolo di giusta imparzialità. Personaggio brontolone, ma allo stesso tempo colto e saggio, parla tanto senza concludere niente. Il suo costume è piuttosto aristocratico: toga lunga e nera, panciotto, merletto bianco ai polsi, collo in pizzo, scarpe nere con tacco e cappello a falda larga.
Brighella, anch’esso nativo di Bergamo, è un personaggio sempre affaccendato, in affari più o meno leciti; lesto di pensiero, è sempre pronto a ingannare il prossimo e a raccontare bugie. Il suo costume è rappresentato da giacca e pantaloni bianchi con galloni verdi, scarpe nere con pon pon verdi, maschera e cappello neri. Fidanzata di Arlecchino (che sembra non volerne sapere di sposarla), è Colombina. Maschera veneziana dal carattere civettuolo, è vanitosa, astuta, maliziosa e abile nel districare le matasse più intricate. Il suo costume: abito ampio a balze con corpino rosso stretto in vita, maniche a sbuffo e scollatura generosa. Grembiule bianco e scarpine rosse a punta.
Maschera nativa di Torino è Gianduia, il cui nome non può che derivare dal famoso cioccolatino “gianduiotto”. Amante del buon vino e della buona tavola, ha una personalità allegra e piacevole. Il suo costume nasce nel ‘700 (lo si nota dal suo cappello bonapartista) e ha colori piuttosto variegati: cappotto marrone con bordature rosse, panciotto giallo, pantaloni verdi e calze rosse.
Avaro, lussurioso, incontentabile, vizioso. È lui Pantalone, altra maschera nativa di Venezia che incarna il vecchio mercante predatore di cortigiane e giovani innamorate. Il suo nome deriva da “Pianta Leone” ovvero coloro che, con la scusa di conquistare nuove terre per Venezia, piantavano la bandiera di San Marco su ogni terra che trovavano. Indossa un abito rosso, sul quale porta un lungo mantello nero; sua caratteristica: naso adunco e barba a pizzo.
La maschera popolare per eccellenza è senza dubbio Pulcinella. Nativa di Napoli, il suo nome deriva dal napoletano “polene” che significa pulce/piccolo pulcino. Bastonato e bastonatore, è fannullone, birbante, pazzerello, ama mangiare, bere e… il dolce fare niente. Il suo costume è costituito da camicia e pantaloni bianchi e molto larghi, calze rosa e scarpe nere. Accompagnato dal suo mandolino, indossa una maschera nera con naso adunco.