Giulia Madau, del blog di Portale Sardegna, la pagina che raccoglie le informazioni sui luoghi, gli hotel, le offerte e le esperienze dei viaggiatori nella splendida terra di Sardegna, ci accompagna oggi alla scoperta di una interessante manifestazione.
Una corsa sfrenata a cavallo, un misto di religiosità, tradizione, orgoglio e onore. È S’Ardia di Sedilo, un paese della provincia di Oristano nell’entroterra della Sardegna, una manifestazione che si ripete ogni anno, il 6 e 7 luglio, da più di due secoli, dedicata a San Costantino.
E qui una domanda sorge spontanea. Ma Costantino è un santo della Chiesa Cattolica? La risposta è no. Costantino era un imperatore bizantino, la storia è complicata e si confonde alla leggenda.
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Ma andiamo per ordine.
Ardia significa guardia, intesa come protezione.
I cavalieri che gareggiano durante S’Ardia rappresentano, infatti, la guardia imperiale di Costantino, in dialetto sardo chiamato Antinu. Lui dichiarò il cristianesimo religione dell’impero, ma non è mai stato proclamato santo dalla Chiesa Cattolica. È, però, venerato in oriente e in occidente e in Sardegna, in particolare a Sedilo, questo culto è molto sentito, probabilmente residuo dell’invasione araba dell’isola.
La manifestazione che si svolge a Sedilo non è altro che la rappresentazione della battaglia di Ponte Milvio tra l’imperatore bizantino e Massenzio.
La partenza: Sa Prima pandela seguito dalla seconda e dalla terza.
Il capo corsa, chiamato Sa prima pandela, viene protetto da Sa secunda e da Sa terza pandela. Lui recita la parte di Costantino, mentre le sue scorte sono il suo esercito.
Le scorte devono correre più veloce delle decine di cavalieri da cui son seguite, che rappresentano i pagani al soldo di Massenzio, e che cercano in tutti i modi di superare le pandele principali lanciandosi in una sfrenata corsa a tutta velocità, su una strada bianca, impervia e scoscesa. La metà è il santuario dedicato al santo, posto su una dolce collinetta vicino al lago Omodeo.
San Costantino non deve assolutamente farsi superare, pena il disonore, e i suoi protettori fanno di tutto per difenderlo, perciò non vengono risparmiati colpi con lunghi bastoni di legno e non è difficile vedere, i giorni seguenti, cavalieri che camminano per le vie del paese zoppi e doloranti. Ma è un prezzo che sanno di dover pagare e lo fanno con onore, in quanto partecipare alla corsa è per loro un privilegio.
Leggenda vuole che un ricco possidente, durante la sua schiavitù presso i Mori, vide in sogno un bel giovane vestito da guerriero romano, il quale, dopo essersi palesato per San Costantino Imperatore, gli raccomandò di edificare sul colle “Monte Isei” una chiesa. La promessa era la libertà, e il giorno dopo lo schiavo fu libero. Si recò a Sedilo e rispettò la parola data. Tutte le particolarità e i dettagli di questa storia possono essere letti nella pagina ufficiale della manifestazione.
A prescindere da tutto questo, vivere l’esperienza della corsa e di tutti i festeggiamenti è una grande emozione che lascia i visitatori sempre con il fiato sospeso per la sorte dei cavalieri e per le sensazioni che si provano respirando quell’aria mistica, densa di sentimenti, devozione e magia.
Si svolgono due corse a cavallo, la prima la sera del 6, mentre la seconda la mattina del giorno dopo (che è quella che consiglio di vedere: meno turisti, più tranquillità e passione), più una gara a piedi con stesso percorso e stesse “regole”. Qui tutte le curiosità.
Un’ultima curiosità: a Sedilo l’amore per S’Ardia e per i cavalli è talmente vivo e importante che addirittura il sacerdote e il sindaco devono saper cavalcare, altrimenti non possono ricoprire le loro cariche.
Le immagini di questo post raffigurano vari momenti della manifestazione degli scorsi anni. Se avete voglia di passare qualche giorno in Sardegna tra riti mistici e antiche tradizioni,senza rinunciare al piacere di un tuffo nel mare blu dell’isola potete prendere visione dei molteplici hotel in Sardegna.
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Articolo scritto da Giovanni Sedda, blogger di Portale Sardegna.
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