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Così come le festività greche, anche quelle russe seguono il calendario giuliano e non coincidono sempre con le nostre. Quest’anno però, la Pasqua ortodossa coincide con quella cattolica, regalandoci l’opportunità di sfruttare le nostre vacanze per scoprire le tante tradizioni della Settimana Santa russa.

Uova di Pasqua dai colori primaveriliInnanzitutto bisogna dire che, nello stato più vasto del mondo, non c’è diocesi che non celebri liturgie e messe in onore della resurrezione del Signore durante tutta la settimana che precede la Domenica di Pasqua.
In secondo luogo, un’altra ricorrenza molto importante è quella della processione del Venerdì Santo.Il culmine dei festeggiamenti, così come in Grecia, si raggiunge nella notte tra il sabato e la domenica; durante la messa di mezzanotte, il Pope che celebra la liturgia toglie simbolicamente il sudario dal sepolcro, esce dalla chiesa con il suo corteo, andando alla ricerca del corpo di Cristo e al ritorno in chiesa esclama “Christos voskrès!” (Cristo è Risorto!).
Ma l’usanza più tipica della Pasqua, come sappiamo, è quella delle uova dipinte e anche i russi non ne fanno a meno. La tradizione vuole che si prediligano tinte naturali, riprendendo la bellezza dei colori primaverili e ricordando i riti di benvenuto in onore della bella stagione, con cui si inneggiava alla fecondità e al rinnovamento della natura.

Uscendo solo temporaneamente dalla Russia, ma rimanendo comunque nell’adiacente Ucraina, si trovano le famose uova Pissanky, cioè “le uova scritte”, realizzate con una tinta fissata con la cera. È tipico regalare queste uova in un cestino di vimini riempito d’erba.

Come in Grecia e in alcuni luoghi d’Italia, anche in Russia le uova decorate, prima di essere mangiate, vengono usate per giocare; grandi e piccini si sfidano cercando di rompere, con il proprio uova, il maggior numero di gusci delle uova degli altri. Chi ci riesce vince l’uovo dell’avversario.

Un esempio di uovo ornamentale di Fabergé, orafo della Corte Imperiale dello Zar di Russia dal 1885Sempre in tema di uova, molto famose sono le Uova Fabergé, create nel 1885 dall’omonimo orafo della Corte Imperiale per lo Zar Alessandro III. La particolarità di queste uova stava nel materiale; erano fatte in oro o in un altro materiale prezioso, tempestato di pietre e colorato con lacche pregiate, cosa che conferiva valore unico a queste uova totalmente lavorate a mano. Alcune delle più belle vengono conservate nel museo del Cremlino.

Nella Pasqua ortodossa sono molto importanti i colori e quelli che maggiormente ritornano sono il rosso, simbolo della resurrezione, dell’amore e del sole, colore che fonde la tradizione pagana con quella religiosa, il giallo della gioventù, della felicità e della tanto ricercata abbondanza, il nero dell’eternità, l’arancione della forza e l’ocra della purezza.
Questi colori si ritrovano anche nella tavola pasquale, dove fanno da contorno a tutte le portate. Il piatto principale è la kutia, una specie di pudding dolce fatto di chicchi di grano e cereali, ma non mancano pesce al forno, carne bollita, fritti, e molti altri cibi tipici. Un altro sapore tipico è certamente quello del vareniki (pasta ripiena di ricotta, patate o prugne), seguito dagli golubtsi (involtini stufati di cavolo) e, infine, dall’ uzvar (frutta secca).

Altre specialità da provare in Russia in questo periodo sono i dolci; deliziosi pashki (a base di ricotta) e kuliciLe uova e i dolci tipici della Pasqua ortodossa russa (il panettone pasquale), fatti in casa, seguendo alla lettera ricette tramandate da generazioni, vengono disposti nei cestini di vimini e portati in chiesa per la benedizione. Una volta consacrati, possono essere offerti in segno di pace.

Come in Grecia, anche la Pasqua russa si caratterizza per i canti e i belli che hanno luogo nei pressi della chiesa dopo la messa della domenica, mentre una particolarità esclusiva di questo Paese è che il pranzo viene consumato sulla tomba di un parente defunto.

Nei giorni successivi alla Pasqua non è raro sentire genete che saluta dicendo “Cristo è risorto” (Christos voskres) e che viene contraccambiata con un “Veramente è risorto” (Voistinu voskres).

E voi conoscete queste usanze? Avete mai partecipato ai festeggiamenti della Pasqua ortodossa? Se sí, raccontateci com’è stato e fateci fare un viaggio  immaginario nelle tradizioni pasquali russe!

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