Una paradisiaca isola deserta. Solo il sorgere e il calare del sole a scandire il passare del tempo, le onde che si infrangono sulla riva come colonna sonora e il pesce appena pescato e cucinato sulla griglia per cena. Chi, dopo essersi immaginato una scena del genere, non ha sognato almeno per un secondo di sentirsi come in un film vivendo un’avventura indimenticabile?
Questo è esattamente ciò che promette (e mantiene!) DOCASTAWAY, un’idea nata dalla mente di Alvaro Cerezo, un nomade sognatore ma con i piedi ben piantati per terra. Una realtà che offre ai viaggiatori la possibilità di vivere come moderni naufraghi, sperimentando una lussuosa fuga in totale isolamento o mettendo alla prova la propria resistenza in condizioni spartane.
Se l’idea vi incuriosisce, leggete la nostra intervista con Alvaro, sognate guardando le magnifiche immagini delle sue isole e non dimenticate di lasciarci i vostri commenti.
Buon viaggio, naufraghi!
In cosa consiste il progetto DOCASTAWAY?
L’obiettivo di DOCASTAWAY è quello di aiutare le persone a scappare per un po’ dalla civilizzazione, trasformandosi in naufraghi volontari per qualche giorno. A chi senta questa esigenza offriamo una selezione di isole deserte, localizzate in vari arcipelaghi in giro per il mondo. Non cerchiamo di insegnare ai “Docastawayers” come sopravvivere in condizioni di isolamento, ma piuttosto vogliamo dare agli amanti della natura e delle spiagge vergini la possibilità di godersi le proprie vacanze nei luoghi più paradisiaci e remoti del mondo. Non c’è bisogno di essere un grande avventuriero per apprezzare l’esperienza: abbiamo infatti previsto anche un “comfort mode”, per sentirsi come un fuggiasco senza rinunciare alle comodità della vita quotidiana.
Come nasce l’idea di DOCASTWAY?
Fin da quando ero piccolo uno dei miei passatempi preferiti era quello di esplorare, con la mia piccola zattera, spiagge segrete nel luogo dove passavo le vacanze estive con la famiglia, naturalmente lontano dagli occhi vigili dei miei genitori.
Una volta cresciuto, durante gli anni della nascita di Internet e dell’apparizione di Google, iniziai a cercare un’azienda o organizzazione che potesse aiutarmi a diventare un vero naufrago su un’isola deserta, ma non la trovai. Poi, nel 2003, decisi di provare vivere la mia personale esperienza da naufrago, qualcosa che cominciai da quel momento a ripetere ogni anno, avventurandomi sempre in un arcipelago diverso. Passarono gli anni e nel 2008 rimasi sorpreso nel vedere che ancora non c’erano offerte per queste esperienze su isole remote; essendo fortemente convinto che nel mondo dovessero esserci più matti come me, decisi di creare DOCASTAWAY.
E’ stato difficile portarla avanti?
Non posso dire che sia stato facile, soprattutto all’inizio migliaia di dubbi invadevano la mia mente. Considerate che in un primo momento non conoscevo il profilo esatto dei miei “naufraghi”, e a questo va aggiunto il fatto che lavorare in luoghi remoti è una sfida quotidiana a causa della difficoltà di trovare lavoratori qualificati; ma, con passione e dedizione, ci siamo messi d’impegno per imparare e migliorare affinchè i nostri naufraghi potessero godere di livelli sempre più alti di isolamento.
Come trovi le isole da offrire ai tuoi clienti? Come riesci a proteggerle dai turisti?
Cercare un’isola deserta che possieda le caratteristiche ideali per accogliere naufraghi volontari e dove non arrivino nemmeno i pescatori non è un’impresa facile, richiede mesi di esplorazione in regioni lontanissime per sperare di trovare finalmente qualcosa di adatto.
Per proteggere le isole, abbiamo deciso di assegnargli nomi immaginari. Non si tratta di un metodo definitivo, ma di uno stratagemma che aumenta il tempo durante il quale i viaggiatori possono godersi la vita in solitaria. Ogni anno ci poniamo l’obiettivo di scoprire nuove isole da aggiungere al nostro portfolio e di eliminare quelle che possano essere state “contaminate” dalla civiltà, in modo da offrire proposte sempre aggiornate.
Qual è il profilo medio dei tuoi clienti? Che cosa cercano: avventura o relax?
Penso che esistano 2 tipi diversi di naufraghi: per prima cosa quelli che vogliono provare l’esperienza in solitaria, che sono decisamente coloro che possiedono una personalità più peculiare e che desiderano confrontarsi con i propri limiti.
L’altra categoria sono le coppie che hanno già provato luoghi come le Maldive o Phuket e sono rimasti delusi nel vedere che non erano i paradisi sognati, e che si rivolgono quindi a noi per programmare una vera fuga per le loro prossime vacanze.
Parlando sempre dei tuoi clienti, quali sono le esperienze che ti hanno incuriosito di più?
Indubbiamente, il naufrago che ha attratto maggiormente la mia attenzione è Ian Stuart Argus. Questo milionario di 64 anni, che fu responsabile di famose proprietà come No Man’s Land Fort e Hasting Pier, ha volato fino in Indonesia in prima classe, soggiornato nel migliori hotel della città ed è poi arrivato su un’isola deserta solo con un machete in mano. Ian ha dormito all’aperto ogni giorno esponendosi alla forza delle intemperie e ha perfino mangiato un cavolfiore ed una merendina portati a riva dalla corrente. Inoltre, spesso il pomeriggio si recava fino al punto più alto dell’isola per connettersi ad internet e poter comprare e vendere azioni alla Borsa di Londra. Potete apprendere di più sulla storia di questo eccentrico naufrago leggendo questo articolo.
Com’è un viaggio con DOCASTAWAY? Organizzi tu le attività e gli itinerari o la pianificazione è tutta a carico del cliente?
Organizziamo l’intero viaggio, andando a prendere i nostri clienti all’aeroporto, portandoli fino all’isola e riportandoli all’aeroporto il loro ultimo giorno. Durante il loro soggiorno, restiamo sempre in stand-by vicino all’isola deserta in caso di emergenza.
Hai provato personalmente alcune delle esperienze che offri sul tuo sito web?
Le ho provate tutte. Tenete presente che prima di offrire un’isola deserta ai nostri clienti, questa viene “testata” da almeno 2 o 3 persone diverse per essere sicuri, tra le altre cose, che il livello di isolamento sia il minimo richiesto. E, ovviamente, io sono sempre il primo a provarle!
Dove hai viaggiato fino adesso e qual è il tuo stile di viaggio?
Posso dire di aver passato quasi tutta la mia vita esplorando luoghi isolati e remoti in varie parti del mondo, ma l’Asia è il continente dove vado più spesso, specialmente Indonesia e Filippine. Ora sono appena tornato dall’Australia, dove ho passato alcuni giorni con il vero naufrago David Glasheen sulla sua isola deserta, e tra qualche settimana sarò in alcune isole sperdute del Pacifico (Vanuatu, Samoa, Fiji, etc.).
Non so esattamente quale sia la mia forma di viaggio, ma penso di avere uno stile di vita piuttosto nomade: sono passati 2 anni da quando ho messo piede l’ultima volta in Europa, ho viaggiato praticamente ovunque, non ho una fissa dimora e tutta la mia vita sta in una valigia di 30 kg!
Se dovessi sceglierne una, quale sarebbe la tua destinazione preferita?
Domanda difficile a causa della quantità di luoghi affascinanti che esistono al mondo…escludendo le isole deserte, la nazione che mi ha affascinato di più è probabilmente l’India.