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Oggi Domenico Antonacci, blogger di Amaraterra.com, ci racconta di uno dei carnevali più famosi del sud Italia, quello di Manfredonia, che insieme a quello di Putignano costituisce una dei maggiori eventi pugliesi di questo periodo.

carnevale manfredonia

E’ ormai accertato che il Carnevale trae le sue origini dalle feste dionisiache greche, poi imitate dai Romani con le feste saturnali. Tradizione vuole che nella comunità Sipontina (Siponto era l’antico nome della città a  dalla quale nacque Manfredonia) il 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate, inizi il Carnevale. Nonostante il rigore di uno dei due mesi più freddi dell’inverno, dunque, i sipontini erano soliti mascherarsi già dal giorno di Sant’Antonio Abate. Come molte delle tradizioni anche il Carnevale di Manfredonia a partire dal dopoguerra ha subito molte trasformazioni.

carnevale manfredonia carriUna delle usanze del Carnevale di Manfredonia presenti fino a pochi anni fa era quella delle “socie”, una sorta di feste da ballo  al suono di una orchestrina per chi se lo poteva permettere, oppure di un grammofono o di un radio-giradischi. Durante le “socie” si praticava uno scambio di visite continue che durava per tutto il Carnevale. Prima di effettuare l’antico rito, il capogruppo si assicurava che tutte le maschere fossero accoppiate.

Gruppi di maschere, nel primo pomeriggio, si vestivano con costumi carnascialeschi dandosi appuntamento in un luogo stabilito per effettuare le scorribande per le vie principali della città, ritmando le loro corse con grida, tamburelli, castagnole e trombette. Le sartorie locali iniziavano a cucire nuovi costumi per il carnevale e a metterli in bella mostra insieme ai vecchi abiti carnevaleschi per venderli o per “fittarli” alle maschere che ne facevano richiesta.

Un tempo, su molti tetti delle case, era usanza mettere un “Ze pèppe”, il fantoccio della tradizione carnevalesca sipontina, seduto con le gambe penzolanti. Si posizionava il fantoccio di pezza, riempito di paglia con un fiasco in mano, in alto, per ricordare a tutti che era iniziato il carnevale e che il pupazzo  rappresentava “il Re del Carnevale”. Oggi, anche se le “socie” sono sparite dalla tradizione, resta ancora l’aspetto di socializzazione, facendo del Carnevale di Manfredonia un unicum su cui ragionare e non la riproposizione locale di una festa internazionale codificata.

carnevale manfredonia bambini

Spirito di competizione tra i gruppi, sano antagonismo che contribuisce da parti diverse ad accrescere la coesione verso la festa intesa come rappresentazione dell’intera città. Artigiani, volontari, pittori e scultori coreografi, costumisti. Altro che scherzo, satira e burla… qui è coinvolta l’intera città. I creatori e i produttori di carri con la loro vena satirica e burlesca prendono in giro il potere in ogni forma esso appaia.

Emerge anche la componente “estetica” che è presente in tutti gli aspetti del Carnevale di Manfredonia, oggi chiamato anche Carnevale Dauno e dichiarato dalla Regione Puglia “manifestazione di interesse regionale”.

Il Carnevale di Manfredonia, quale polo del Carnevale nel territorio della Capitanata e del Gargano, attrae da sempre l’interesse delle città vicine e del Capoluogo, per le numerose manifestazioni organizzate ed in particolare per le spettacolari sfilate dei carri allegorici e dei gruppi mascherati.

sfilata meraviglieTuttavia, ciò che da alcuni anni rende ancor più singolare il Carnevale di Manfredonia è la Sfilata delle Meraviglie (la prima domenica di Carnevale), unica al mondo nel suo genere, che coinvolge migliaia di bambini delle scuole elementari e materne. Un grande unico laboratorio sartoriale e coreografico, una grande palestra di socialità e di benefica attività manipolativa, di ricerca sulle tradizioni, di analisi delle più importanti tematiche dell’attualità: l’ambiente, la pace, l’intercultura, la solidarietà. Temi di indiscussa rilevanza culturale e umana. Queste grandi sfilate vengono replicate in notturna e si completano con spettacolari esibizioni coreografiche.

La lunga tradizione del Carnevale di Manfredonia, che in tutti questi anni ha annoverato testimonial di grande richiamo ed esemplare professionalità, quali – tra gli altri – Mike Buongiorno, Pippo Baudo, Renzo Arbore e Gigi Proietti, si è venuta quindi sviluppando con questi due importanti profili: i concorsi dei carri e dei gruppi mascherati, che vedono la partecipazione di vari gruppi di cartapestai, riuniti in associazioni e ora dotati anche di strutture adeguate per la costruzione dei monumentali carri allegorici, e di altri gruppi di giovani, anch’essi organizzati in associazioni culturali, che partecipano numerosi (oltre duemila, in quindici o venti gruppi), sviluppando ciascuno un tema dell’attualità culturale o politica, trattato nei tipici modi della tradizione carnevalesca.

Ne deriva la spettacolare Grande parata dei Carri allegorici e dei Gruppi mascherati, che si tiene l’ultima domenica successiva, il giorno della Pentolaccia, con più di centomila visitatori forestieri, oltre all’intera Cittadinanza, lungo i due chilometri di percorso e nella grande Piazza Marconi, dove è situata una gradinata di oltre mille posti e un par-terre di altri ottocento.

carnevale manfredonia maschere

La monumentalità dei Carri allegorici e la pregevole fattura dei manufatti in cartapesta rivelano la presenza a Manfredonia di maestranze di grande esperienza e talento, che riescono, con l’uso sapiente dei materiali tradizionali, ma anche delle tecniche più innovative, a rappresentare plasticamente ed efficacemente i temi più dibattuti della politica e della cultura, proponendone una lettura disincantata, talvolta irriverente, ma sempre squisitamente originale ed efficace.

Il Carnevale di Manfredonia è tutto questo, ma è molto altro ancora.

Per scoprirlo e conoscerlo completamente, come capita per le esperienze più belle della vita, bisogna viverlo….a Manfredonia, fino al 17 febbraio 2013.

domenico antonacci

Articolo scritto da Domenico Antonacci, blogger di Amara Terra Mia.

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